RIFORMA DELLA PRESCRIZIONE IN VIGORE: LE POLEMICHE
Con il nuovo anno è entrata in vigore la riforma della prescrizione, la quale prevede che il decorso dei termini di prescrizione dei reati si interrompa dopo la sentenza di primo grado di giudizio, sia essa di condanna o di assoluzione, cosa che, secondo molti, rischia di rendere i processi interminabili. Invece, per il ministro Bonafede e gli altri sostenitori del testo, la sospensione servirà ad evitare che le lungaggini della Giustizia penale provochino la prescrizione dei reati, lasciando i colpevoli impuniti. Tuttavia, per molti addetti ai lavori, si tratta di una previsione inutile e addirittura incostituzionale, ciò essenzialmente per una ragione: la riforma non incide sulla principale causa dell’eccessiva durata dei processi, in quanto non riduce i tempi esageratamente lunghi delle indagini dei Pm. Per questo semplice motivo, e per molte altre ragioni più tecniche, quella che sembra palesarsi come una garanzia di punibilità, diviene, a detta di molti avvocati e magistrati, un tentativo maldestro di cambiare le regole con notevoli conseguenze sul piano pratico.