Perseguitare il dipendente può integrare il reato di stalking
La Suprema Corte, con sentenza n. 3558/17, ha affermato che la condotta persecutoria posta in essere dal superiore gerarchico nei confronti di un dipendente può integrare il reato di stalking invece del reato di mobbing. La fattispecie dello stalking, infatti, si ha ogniqualvolta determinate condotte, pur non violente, producono in chi le subisce un apprezzabile turbamento. Nel caso in esame l'uomo aveva posto in essere delle pesanti violenze morali contro la lavoratrice determinando una profonda prostrazione psicologica oltre ad un intenso disagio. Tali condotte si erano protratte abitualmente per anni escludendo quindi anche la decorrenza del termine di prescrizione.