I PREREQUISITI DEL CONSENSO INFORMATO SECONDO LA CASSAZIONE
Dopo l’entrata in vigore della legge Gelli-Bianco, che ha compiuto da poco il primo anno di vita, il settore sanitario è stato oggetto di numerose sentenze riguardanti la nuova responsabilità medica, ma la Cassazione non ha smesso di occuparsi di altri temi caldi ad essa correlati. Con la sentenza n. 6688/2018, la Terza sezione civile ha infatti affermato che il professionista il quale debba ottenere il consenso informato per procedere, non adempie all’obbligo su di lui gravante se non traduce la diagnosi in termini adeguati e comprensibili al paziente. Una informazione che non possieda questi requisiti va ritenuta incompleta e, al pari di quella assente, lede il diritto del paziente e può determinare, pertanto, il diritto al risarcimento del danno per responsabilità medica.