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EMERGENZA COVID-19: LA CRISI DELLA MATERIE PRIME E L’AUMENTO DEI PREZZI

Da mesi si parla delle numerose problematiche legate all’aumento dei prezzi delle materie prime. Tale impennata dei prezzi è dovuta ovviamente al blocco totale delle attività causa Covid a livello globale nel 2020 e alla successiva ripresa delle attività che ha portato ad una domanda di materie prime straordinaria.

Questo, insieme all’aumento esponenziale dei costi del carburante, che ha reso ancora più complicata la commercializzazione delle materie richieste, ha numerose conseguenze in primis quella di creare forti disequilibri nelle prestazioni corrispettive nei contratti sottoscritti nel periodo precedente. Come riequilibrare tali rapporti contrattuali posto che indubbiamente l’aumento dei prezzi dei materiali è qualificabile come una “sopravvenienza imprevedibile e straordinaria”?

Il problema è di pronta soluzione qualora nel contratto sia stata prevista una generica clausola di adeguamento dei prezzi, ancora meglio se in virtù di un aumento dei costi delle materie prime.

In linea generale, comunque, la rinegoziazione del contratto a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime viene giustificata dall’ordinamento quale adattamento del contratto alle circostanze ed esigenze sopravvenute e imprevedibili (oltre che, naturalmente, non imputabili alle parti), ai sensi degli artt. 1374 e 1375 c.c., che statuiscono l’integrazione e l’esecuzione del contratto secondo buona fede. Sarà opportuno, quindi, attivare delle trattative formali per ridefinire le condizioni o, in alternativa, ricorrere all’istituto della risoluzione contrattuale per eccessiva onerosità sopravvenuta disciplinato dall’art. 1467 c.c., il quale prevede che, divenuta una prestazione troppo onerosa per il verificarsi di avvenimenti straordinari e imprevedibili, la parte che deve eseguirla possa domandare la risoluzione del contratto. L’altra parte potrà scongiurare tale esito offrendo di modificare equamente le condizioni contrattuali.

Se tali istituti sono applicabili sicuramente per i contratti in essere, per quel che riguarda i contratti futuri la predisposizione di apposite clausole di variazione dei prezzi delle prestazioni in caso di aumenti dei costi delle materie prime appare la soluzione più idonea al fine di evitare contestazioni.