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DIVORZIO: LA SUPREMA CORTE SUL CALCOLO DELL’ASSEGNO DIVORZILE

La Corte di Cassazione, con il recente provvedimento n. 11178/19, è tornata a pronunciarsi, dopo la storica pronuncia n. 18278/18, in materia di divorzio, in particolare sui criteri per la il calcolo dell’assegno divorzile.

Nella valutazione dell’ammontare dell’assegno divorzile, il giudice dovrà tenere conto di vari fattori:

- innanzitutto le capacità economiche delle parti (considerata anche l’assegnazione della casa coniugale); in questa valutazione non contano solo gli stipendi ma anche le proprietà immobiliari, le rendite mobiliari e qualsiasi altra forma di sostentamento;

- accertare le cause di un’eventuale e rilevante sperequazione tra le stesse;

- l’età del richiedente (se giovane potrebbe ancora lavorare) e, in secondo luogo, se la sperequazione tra i due redditi sia o meno la conseguenza del fatto che il coniuge più povero si è sacrificato, durante la vita matrimoniale, per consentire all’altro di dedicarsi al lavoro, con sacrificio delle proprie aspettative professionali e reddituali;

- la durata del matrimonio.

L’assegno sarebbe rapportato quindi non al pregresso tenore di vita familiare, né al parametro dell’autosufficienza economica, ma bensì in misura tale da garantire all’avente diritto un livello reddituale adeguato al contributo familiare apportato.